Ogni anno che si chiude ci trova a lodare Dio  (Te Deum laudamus)  per tutto quello che ci ha donato nel tempo trascorso. Non è facile farlo. Spesso abbiamo tanto amaro in bocca per prove tristi e delusioni varie. L’esortazione apostolica di Papa Francesco parte da questa provocazione:  “Lodate Dio per tutte le sue creature”. Questo è stato l’invito che San Francesco d’Assisi ha fatto con la sua vita, i suoi canti, i suoi gesti. In tal modo ha ripreso la proposta dei salmi della Bibbia e ha ripresentato la sensibilità di Gesù verso le creature del Padre suo: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6,28-29). «Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio» (Lc 12,6). Come non ammirare questa tenerezza di Gesù per tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino?
Ecco la chiave interpretativa dell’anno che si apre. E il segreto della vita. Dio all’opera per aiutarci a trasformare tutto in Grazia e in grazie. Nel coraggio e nella responsabilità di una fede dura ma vera. Ma anche nella certezza di essere affidati gli uni agli altri. Ecco la prima minaccia da sconfiggere: pensare di essere soli e di avere accanto gli altri come nemici e, quindi, avversari. Questo rischia di farci isolare più di quanto già accade quotidianamente. La fede cristiana o diventa comunitaria o ci porta ad un concetto di consolazione utilitaristica che a lungo andare ci fa essere sempre più indifferenti, freddi, narcisisti e peggio ancora cinici. Qualcuno ha coniato il neologismo: narcinici! Che brutta parola. Ed invece la fede cristiana dice semplicemente fratelli! Amici! Pace! Ritroviamo il vocabolario evangelico e troveremo la gioia e l’amore. Anzi la gioia dell’amore. Vi lascio con una bella poesia di Gibran.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…
Buon anno,  don Giancarlo

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