Niente potrà e dovrà tornare come prima

Cari amici e fratelli nella fede, mentre si susseguono i vari comunicati sulla gravità della situazione sanitaria e sociale, m i preme anche sottolineare, come si stanno dicendo i nostri Pastori a più riprese, che come cristiani siamo messi davanti a nuove sfide. Proprio il nostro Arcivescovo lo ha ribadito a noi preti qualche giorno fa, dobbiamo riuscire a cogliere il dramma nel quale siamo piombati per darvi soprattutto noi credenti una chiave di lettura seria e adeguata.

 “Niente potrà e dovrà tornare come prima. E non lo potrà essere perché saranno profondi i segni che la pandemia lascerà nell’economia, nella vita sociale, nella politica, nei rapporti tra i popoli, nei comportamenti individuali. Ma è bene fin d’ora chiederci verso quale direzione orientare il cambiamento: Rafforzare le chiusure e garantirci contro gli altri? Rinsaldare le sicurezze di pochi lasciando al loro destino i deboli? Cancellare l’esperienza del limite, che ci ha assalito in questi giorni, per tornare ai sogni prometeici di un’umanità che non risponde a nessun valore perché ubriacata dalla propria volontà di potenza? Ci piace pensare che si possa superare un modello di vita incentrato sull’individualismo, sullo sfruttamento indiscriminato del pianeta, sulle sole logiche del profitto e del consumo, per mettere al centro ciò che è davvero essenziale e proiettarci verso gli orizzonti della solidarietà, della responsabilità, del dono” (omelia del card. Betori del 25.03.20).

E’ questo l’atteggiamento da maturare in questo tempo tremendo e tuttavia unico. Guai a noi se tutto tornasse come prima. Non è vero che “ ha dà passà a nuttata”, abbiamo bisogno che sorga un futuro nuovo, un tempo diverso, non offuscato dalle bramosie dei nostri desideri individuali ed egoistici, ma illuminato dalle responsabilità reciproche. Da scelte nuove, aperte sempre più alla solidarietà e all’attenzione rispettosa di tutti.

I nostri Pastori ci offrono alcune preziose indicazioni che siamo chiamati ad accogliere.  Nell’approssimarsi della Settimana Santa, i Vescovi invitano le parrocchie e le comunità religiose ad attenersi a quanto verrà indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, d’intesa con la Santa Sede e con il Governo Italiano. Per quanto riguarda le celebrazioni dei Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana dei fanciulli (Prime Comunioni e Cresime), considerato il fatto che generalmente comportano considerevoli afflussi di persone e soprattutto che i limiti posti alle attività parrocchiali in questo tempo non stanno consentendo un’adeguata preparazione dei ragazzi, i Vescovi toscani hanno stabilito che vengano rinviate alla ripresa dell’anno pastorale. Ugualmente è stato deciso che ogni manifestazione esterna di pietà popolare solite compiersi durante la settimana santa, siano soppresse o rinviate. Quindi non ci sarà né l’ulivo benedetto, e neanche l’acqua benedetta da portare a casa, come preventivato in precedenza.  La celebrazione di Matrimoni, Battesimi e Funerali resta sospesa fino a quando non rientreranno le disposizioni governative a riguardo delle “cerimonie religiose e civili” in quanto comportano il convenire di più persone. la prospettiva di un domani che deve essere diverso dal passato oggi si impone con forza. Mentre molte parrocchie in questo tempo di digiuno eucaristico si stanno attrezzando per trasmettere la messa domenicale in streaming. Noi, come Vicariato di Porta San Frediano, abbiamo fatto una scelta diversa: due piccoli sussidi per celebrazioni domestiche del Giorno del Signore. A un mezzo di comunicazione, pur utile, di fronte al quale non puoi che essere spettatore passivo, abbiamo preferito una modalità di celebrazione attiva, fondata sul sacerdozio comune di tutti i battezzati, dando un valore attuale all’espressione “Chiesa domestica”, luogo dove si manifesta, soprattutto in questo tempo, la Sua presenza.

I sussidi possono essere scaricati da questo sito o ritirati in chiesa nuova che rimane ininterrottamente aperta dalle 7,30 alle 19,30 tutti i giorni. Al termine delle celebrazioni in casa chiediamo anche un ritorno, un commento sul Vangelo che raccoglieremo insieme a tutti gli altri per formare una grande riflessione condivisa.

Ovviamente vi ricordo anche i vari momenti di preghiera che trovate copiosi sui social. Approfittatene pure, ma non sottovalutate quello che, come parrocchia, possiamo condividere insieme per farci essere concretamente espressione di una comunità in cammino. Niente potrà e dovrà tornare come prima. E per Grazia di Dio.

Stiamo uniti nella preghiera, in particolare con coloro soffrono e muoiono. Molti hanno scritto: “Andrà tutto bene”. Mi permetto, con don Simone, di aggiungere un interrogativo a questa specie di mantra: “Andrà tutto bene?” Andrà come Dio vuole e cioè come tu saprai rispondere nella fede a Lui e ai fratelli.

 Vostro, don Giancarlo

COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TOSCANA - 24/03/2020

Solennità dell’Annunciazione del Signore