«Rallegratevi ed esultate» (Mt 5,12), è il titolo della nuova esortazione di Papa Francesco. L’obiettivo del documento è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Mi piace vedere, dice il Papa, la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uominie nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”. E’ bello pensare che si diventa santi quando si vive onestamente, non si butta via il tempo, lo si impegna per costruire relazioni sincere e solidali. Santo è il marito che pensa a far felice la sua moglie con speciali attenzioni e tanto ascolto. Santa, per esempio, è la moglie che dedica tutto il suo tempo ad assistere il suo sposo malato da tanto tempo parlandogli sempre con dolcezza anche se lui non può neanche più capirla. Santi sono quei coniugi che si addormentano la sera pronunciando insieme l’Ave Maria. Santo è il nonno che insegna le preghiere ai suoi nipotini. Santa è la nonna che mette da parte un po’ della magra pensione per aiutare chi sta peggio di lei. Santo è il giovane che dedica il suo tempo libero a qualche opera di
volontariato verso infermi o anziani soli. Santa è la giovane che approfondisce la sua fede e la comunica con gioia ai suoi coetanei. Santi sonoi fidanzati che non banalizzano la loro sessualità, ma la vivono nel reciproco rispetto in un progetto felice di maturazione. Santo è l’uomo e la donna che si dedicano con disinteresse e competenza al mondo della politica, della cultura, dello sport o del sociale. Santi sono gli insegnanti che amano i propri alunni e parlano loro di Dio. Santi sono i contadini che amano la loro terra ed i suoi frutti riconoscendone la bellezza che viene dalla Provvidenza. Santi sono tutti quei lavoratori che faticano onestamente perché la loro attività sia a servizio della crescita della collettività. Santi sono pure quei cristiani che lavorano per la loro comunità parrocchiale perché diventi segno della Presenza di Cristo risorto. Insomma una santità della “porta accanto” è quando ogni gesto della nostra vita è vissuto nell’amore di Gesù per forzare il Suo Regno a svelarsi nella sua evidenza più sorprendente. E tu? Che santo “della porta accanto” sei ?

Don Giancarlo, in cammino verso la santità…

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