“Vorrei dire ai giovani: scusateci se anziché aprirvi il cuore, vi abbiamo riempito le orecchie. La vostra vita è preziosa per Dio, perché Dio è giovane e ama i giovani; e che la vostra vita è preziosa anche per noi, anzi necessaria per andare avanti”. Queste le parole di Papa Francesco a conclusione del Sinodo dei giovani e con i giovani del mese scorso. Un mondo senza i giovani sarebbe noioso e triste, non avrebbe lo slancio per pensare e progettare l futuro. Infatti, secondo un vecchio detto, il mondo non è un’eredità lasciata dai nostri padri ma un investimento per i nostri figli e nipoti. Il Sinodo dei giovani ci obbliga a fare loro spazio nella società e anche (soprattutto) nella Chiesa. Abbiamo bisogno della loro creatività, dei loro desideri, del loro modo di vedere la realtà, delle loro domande e delle loro critiche. I giovani ci aiutano a spazzare via le nebbie dell'indifferenza, della superficialità, dello scoraggiamento. Però qualcuno potrebbe replicare: siamo una società sempre più vecchia e con tanti anziani. Rispondiamo: anche loro sono una risorsa immensa. Perché? Essi ci insegnano la bellezza del limite.
Se il giovane porta con se la brama del vivere, l’anziano ci ricorda che non siamo eterni. Che c’è una Storia dalla quale proveniamo ed essa è maestra di vita. Sempre. Allora gli anziani ci danno la saggezza del tempo e la gioia dell’abbandono. Soprattutto nelle mani di Dio. Infine essi possono dare ai giovani i loro sogni perché li portino avanti e li rendano realtà. A tutti: buon cammino verso la novità antica del Natale.

Don Giancarlo

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